Si chiama minestra maritata perché è il matrimonio tra verdure e carne, che si uniscono per dare vita ad uno dei più antichi piatti dell’immenso repertorio della tradizione napoletana. 

Noi di FoodnPlace vi vogliamo raccontare la storia di ingredienti e di piatti particolari che composti creano delle speciali alchimie di gusto. Quella di oggi è, infatti, la bellissima storia d’amore tra le verdure e la carne, che insieme si fondono per diventare la minestra maritata. Si proprio così…

La Minestra Maritata in tutta la sua bellezza!

Minestra Maritata: Che cos’è e come si prepara

La minestra maritata è una ricetta lunga e come nei matrimoni classici richiede tempo e pazienza. E proprio come nei matrimoni occorre equilibrio e capacità di amalgamarsi. Nella ministra maritata occorre, infatti, dosare carni e verdure perfettamente, che unite possano dare il giusto sapore senza prevaricare le une sulle altre. 

Ma quali verdure si usano? Verdure coltivate ed erbe spontanee, accompagnate da fagioli o patate, erano la dieta giornaliera dei braccianti o dei contadini poveri. Far bollire queste, con qualche pezzo di carne era il desiderio agognato per un anno intero. 

Le verdure, da allora, sono rimaste le stesse, un gran misto di foglie reperito tra gli orti di casa e la vegetazione spontanea: cicoria, bietole, torzelle, scarulelle (piccole scarole), borragine, verza e broccolone nero (detto anche menesta).

La carne che si marita con esse, nella ricetta classica, prevede insaccati che hanno un’origine poverissima, sono fatti con le parti meno nobili o con gli scarti della lavorazione del maiale: pezzentelle e annoglia. Poi c’è la carne di vitello, l’osso del prosciutto, altri pezzi del maiale. Dulcis in fondo a creare un legame indissolubile: un pezzo di caciocavallo ben stagionato. 

Una variante super gustosa della Minestra Maritata

Dalla tradizione ai giorni nostri

Come sempre accade, ogni famiglia si vanta di essere erede ed interprete della ricetta storica e tradizionale.

La qualità ed il segreto risiede nella bontà e nella semplicità delle materie prime e nell’individuazione del giusto equilibrio. Un tempo era il pasto dei poveri, dove venivano utilizzati gli avanzi per comporre questo piatto.

Era un piatto di amore, dove ci si riscaldava con le cose semplici. In fondo l’amore è fisica, il matrimonio è chimica. E lo è anche la cucina, quella autentica che noi di FoodnPlace raccontiamo.