Nei pressi di Latina, si coltivano i Chiacchietegli di Priverno. Ma che cosa sono? Sono una varietà di broccoletti, caratterizzati dal colore viola e da un sapore estremamente delicato.

Ma scopriamo di più su questo ortaggio, diventato ormai raro

La bellissima cittadina di Priverno

Chiacchietegli di Priverno: Storia

La storia dei Chiacchietegli di Priverno è sconosciuta. I piccoli produttori della zona si sono tramandati la semente e la tradizione di padre in figlio. La speranza è che questa antica tradizione continui ancora per diverse generazioni.

Per questo motivo è Presidio Slow Food. Una tutela indispensabile, soprattutto a causa dell’introduzione di varietà estranee al territorio, come il broccolo calabrese e il siciliano, più vigorose e produttive, che rischiano di estinguere i già rari Chiacchietegli di Priverno, o di comprometterne la purezza.

L’obiettivo del Presidio Slow Food è di valorizzare questi speciali broccoletti, anche fuori dei confini locali per coinvolgere nuovi produttori a riprendere la coltivazione e la conservazione sott’olio.

La pianta rara di Chiacchietegli di Priverno

Chiacchietegli di Priverno: Produzione

I Chiacchietegli sono broccoletti molto particolari perché radi e molto ramificati.

Ogni anno la semina viene fatta nel periodo estivo. Prima di Natale spuntano i primi germogli ricchi di gemme fiorali e dal caratteristico colore viola. La raccolta, invece, inizia tra fine gennaio e inizio febbraio.

I germogli sono raccolti, con la tecnica a scalare, fino a Pasqua. In pratica, i germogli devono essere staccati ogni volta, in modo che se ne formano sempre di nuovi. Si tratta di un’operazione simile alla cosiddetta “scacchiatura” della vite: i cacchi o chiacchi sono i germogli. Da qui, ne deriverebbe il nome.

I Chiacchietegli di Priverno appena raccolti

In cucina

In cucina, i chicchietegli di Priverno sono perfetti come contorno. Ma non solo, sono l’ingrediente principale di diversi piatti della tradizione locale.

Prima fra tutti, la tradizionale zuppa di chiacchietegli, rigorosamente cucinata in una pentola di terracotta. Servita con pane raffermo, tipo il casareccio di Genzano e accompagnata con olio extravergine di oliva itrana.

Buonissimi anche conservati sott’olio, in modo da durare tutto l’anno.